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Recensioni // Eros Costantini

“... Un artista, “tosto”, che ti “gasa”, e può farti “schizzare”. Il pittoresco linguaggio giovanile, a volte indisponente ma genuino, riassume forse meglio di certa palaudata critica-artistica, l'arte di Vincenzino Vanetti. Nei suoi quadri c'è sempre qualcosa di energico, frizzante, duro e insieme di abbandono dolce, di sognante... Vanetti ha ascoltato il canto di molte sirene ed ha assimilato molte lezioni ed insegnamenti tanto che oggi la sua opera gode di un respiro europeo. I colori, sia che plasmino il “quarto stato” fatto di barboni, handicappati, gente allo sbando o depressi, sia che vivifichino il paesaggio o le nature morte, sia che animino feste popolari, oppure suonatori di organetti piano e batteria, sia che quasi esplodano con accecanti verdi e rossi, come nelle tele dedicate agli scooters, sempre quei colori catturano, “gasano e fanno schizzare” anche i più refrattari. Vero che Vanetti non indulge per nulla nel sedurre per farsi appendere nel salotto buono. In prevalenza i suoi temi adombrano, infatti, la mutevole sfaccettata condizione umana del nostro tempo, ma sfuggendo al pietismo e al vago umanitarismo del facile verismo sociale...”

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